SIXTIES MOOD

L’ invenzione del Soul viene comunemente attribuita a Ray Charles che fonde il lamento del Gospel con il trascinante impeto del Rhythm and Blues. Il Soul si afferma come musica nera per eccellenza dai ’60 in poi e ben presto contamina anche il Jazz. Gli anni sessanta come terreno fertile per nuovi innesti stilistici.

Il quintetto caratterizzato dalle sonorità dell’organo Hammond, strumento che vive la sua consacrazione proprio in quel periodo, e dall’ostinata ritmicità dei fiati propone una selezione di brani che ben rende la suddetta fusione di generi. L’aggiunta di testi a temi notoriamente strumentali e di un brano inedito “in the Sixties mood” spoglia il lavoro da una rischiosa banalità ed al contrario lo veste di una non scontata originalità.

Ileana Mottola, fine interprete e cantautrice poliedrica, forte del suo denso vissuto di esperienze stilistiche riesce nell’impresa.Gli arrangiamenti del brillante trombonista Alessandro Tedesco evidenziano la potenza espressiva degli eccellenti strumentisti a fiato presenti nel disco.Un vanto salernitano il sassofonista Jerry Popolo con il suo inconfondibile fraseggio e suono brillante.

Per omaggiare il grande Ray Charles nei brani “What I’d say” e “I can’t stop loving you” la scelta è ricaduta su di un artista che ha avuto il privilegio di affiancarlo ovvero Jim Rotondi, uno dei più grandi trombettisti al mondo.Ad aggiungere freschezza al disco la presenza di due giovani stelle della scena newyorkese: Benny Benack III ed Itai Kriss.
Benny Benack, esuberante cantante e trombettista dotato di una spiccata versatilità e padronanza del linguaggio jazzistico.

Itai Kriss, di origine israeliana, nominato ai Grammy ed elogiato dalla Wax Records come uno dei più eccitanti nuovi flautisti- compositori della nuova generazione con uno stile intriso di sonorità jazz, latine e mediorientali.